SCALtramente

Calepino del G.A.L. Serre Calabresi/Alta Locride

Archivi delle etichette: roccella jonica

Firmate le convenzioni con le microimprese artigianali

Otto imprese del territorio hanno firmato nella sede del Gal Serre Calabresi/Alta Locride, assieme al Presidente Renato Puntieri, le convenzioni che regolano l’attuazione del progetto a sostegno della creazione e dello sviluppo delle imprese artigianali.

Le aziende firmatarie hanno sede in diversi comuni dell’area  del Gal (Chiaravalle, Cortale, Girifalco, Pazzano, Roccella, San Vito) e sono attive nei settori del legno e dell’edilizia, della pasticceria e della panificazione.

Con questo intervento, che prende le mosse da un bando a cui si è lavorato durante tutto il 2014 (un investimento complessivo, sul territorio, di circa 360.000 euro, di cui 175.000 circa rappresentano la quota pubblica), il Piano di Sviluppo Locale “Terrae Nostrae”, disegnato e gestito dal Gal Serre Calabresi/Alta Locride, mira a sostenere un nuovo modello di sviluppo nelle aree interne e rurali, attraverso il recupero e la valorizzazione di un saper fare storico o tradizionale capace di crescere di importanza fino a configurarsi – innescando anche specifici circuiti turistici – come una particolare forma di opportunità economica in cui l’aspetto socio-culturale riveste un ruolo fondamentale.

I lavori delle imprese beneficiarie si concluderanno, secondo le convenzioni firmate, entro la metà del 2015.

Semenze di sviluppo nel Roccella Jazz Festival

Come musica che affonda le proprie radici in una tradizione sofferente, e nello stesso tempo suggerisce una via d’uscita verso la leggerezza, per la sua natura elegante ma non altera, il Jazz possiede tutti i requisiti per essere considerato un buon investimento di economia della conoscenza.

Da oltre trent’anni il Festival Jazz di Roccella rappresenta uno dei precipitati più significativi delle capacità progettuali, organizzative e di innovazione che il nostro territorio può esprimere. Un “evento unico”, come lo definisce a buon diritto il Piano di Sviluppo Locale Terrae Nostrae, che attribuisce a merito dell’Associazione Culturale Jonica, e della sua “costante opera”, l’aver fatto di Roccella un punto di intersezione e di “incontro mondiale”.

Se si ritiene che – in virtù di una dinamica solo apparentemente antinomica – siano proprio gli “anelli deboli” del sistema sociale, i giovani e le donne soprattutto, i soggetti più aperti e disponibili all’innovazione, nonché quelli che attendono con maggior urgenza di poter valorizzare il proprio capitale umano e poter dare forma alle proprie capacità e aspirazioni, basta forse osservare il pubblico locale del Festival di Roccella per comprendere come, attraverso un evento così cospicuo, passino diverse buone occasioni e strumenti per il superamento di tante marginalità. Ma anche – di conseguenza – diverse potenzialità liberatorie, possibilità di inclusione sociale e di feconda conservazione dell’ambiente e del territorio. Che sono, del resto, obiettivi fondamentali di tutti gli strumenti di pianificazione e i progetti di sviluppo. Compreso il Piano Strategico della Locride, che in effetti pone decisa attenzione a tali questioni. Forse anche da qui passa la via per “soddisfare i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere quelli delle generazioni future”.

Il Festival può vantare, proprio in riferimento agli strumenti di pianificazione citati, ulteriori prerogative: ha offerto a questo territorio la possibilità di una comunicazione su “scala globale”, e lo ha posto in relazione con mercati lontani, facendolo partecipare a una rete internazionale di cooperazione culturale; su scala regionale è riuscito a mandare in fermentazione l’intera area attorno a Roccella, dilatandone le capacità attrattive e ottenendo di allungare significativamente la stagione turistica; ha contagiato le comunità vicine costringendole in qualche modo a superare, nel riconoscimento dei singoli ambiti, vecchi campanilismi. Ha costruito, di fatto, un laboratorio di crescita di rete e di sistema, offrendo ragioni e speranze a chi ancora crede nell’esistenza di possibilità nascoste e inesplorate, e coltiva visioni di sviluppo e di futuro. Rimane una testimonianza straordinaria della necessità irrinunciabile, per poter costruire efficaci processi di maturazione, di letture sempre nuove e coraggiose del territorio, dei suoi fenomeni e dei suoi bisogni.