SCALtramente

Calepino del G.A.L. Serre Calabresi/Alta Locride

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Scaltramente, “calepino” del Gal Serre Calabresi/Alta Locride, si ferma qui, al termine di un percorso durato tre anni e mezzo.

Era partito il 30 aprile 2012, con un articolo che intendeva dare il benvenuto ai segnali di cambiamento e di innovazione che allora giungevano dal Gruppo di Chiaravalle.

Prendendo in prestito le parole di Sartre che recensisce Carlo Levi, potremmo dire che è servita, per pensarlo e tenerlo in piedi, “molta semplicità, e una sorta d’innocenza. E coraggio, anche … Perché scrivere è comunicare questo incomunicabile: l’universalità singolare.”

Da qui in avanti, le notizie dal Gal alla pagina  serrecalabresialtalocride.it

Il GAL a Faye D’Anjou per la conferenza sull’Enoturismo in Europa

OLYMPUS DIGITAL CAMERAFra oltre 170 delegati, per i quali sembrava assolutamente normale partecipare ai lavori senza defilarsi, senza telefonare, senza distrazioni fuori tema, abbiamo probabilmente intuito subito che c’erano diverse cose da esplorare, e da imparare. Ed “esploratori” è stata proposta come traccia, per esperienze di questo tipo. Esploratori di una specie particolare: epicurei, cacciatori di gusto, e di sensazioni. Rispetto a “cultivons les plaisirs”, e “cultivons l’émotions”, il nostro slogan “coltiviamo futuro” sarà sembrato troppo sfumato, troppo generico. Per riempirlo di contenuti concreti servirà la messa a punto di più cose, la cui attenta osservazione giustifica, da sola, la partecipazione a un progetto di cooperazione.

Tutto, o quasi tutto, in questi ambiti, passa dalla capacità di cambiare – attraverso il confronto con le applicazioni altrui – le proprie abitudini. Concepire una diversa organizzazione della pietra (come hanno detto i portoghesi) pur lasciando che essa rimanga “pietra”. Così, nel resoconto delle differenti esperienze messe in pratica nei paesi europei coinvolti, si è aperto, per tutti, un ventaglio di possibilità tra loro spesso integrate e, entro certi limiti, integrabili.

L’ Europa dei vigneti  è composta da più di tre milioni d’ettari di paesaggio coltivato, che sono l’identità dei singoli territori.  Il turismo, durevole e sostenibile, affonda le proprie radici nella storia e nutre le fronde della vita concreta delle persone su quelle aree. Le vigne, così concepite, partecipano veramente alla ricchezza naturale e culturale dell’Europa. Vivono del lavoro di donne e uomini che sembrano instancabili, appassionati,  formati professionalmente, innamorati.

Noi abbiamo fatto esperienza di raziocinio, pulizia, armonia, allegria, euritmia. Abbiamo camminato tra vigneti che si perdevano oltre lo sguardo e l’orizzonte, su tutti e quattro i lati. Ordinati, precisamente allineati, luminosi anche nelle mattinate più grigie. Che cosa sortirà da tutto questo, dal confronto tra l’esperienza dell’industria turistica francese, il coraggio diversificato di spagnoli e portoghesi, i nostri primi, timidi, tentativi, è presto per dirlo. L’istituto Europeo degli Itinerari Culturali assicura coordinazione e assistenza tecnica, anche per quanto riguarda la diffusione delle informazioni: per ogni euro investito nel vino un euro e mezzo andrebbe investito per l’informazione. Anche perché, secondo un pensiero di Leonardo da Vinci opportunamente citato,  se qualcosa viene scritta, o addirittura vissuta, è probabile che non si dimenticherà mai.

Rimane, questa incursione della delegazione del GAL nella Valle della Loira, un’esperienza preziosa, da mettere a frutto. L’impressione netta è che i concetti di scambio, cambiamento, reciprocità, lontano dalla Calabria siano parola “viva”, e non crampi del linguaggio a cui restituire forma e contenuto. Le eccellenze del passato rischiano di incuriosire sempre meno. Tuttavia le nostre slide sono quelle che hanno attirato maggior attenzione. Anche per questo (e non solo per questo) resta da ringraziare (giacché è sfuggito, a differenza di quanto avvenuto in altri gruppi) la Dott.ssa Monica Mollo, Responsabile della Cooperazione Transnazionale. Integrum opus animavit.

link utili:

http://www.leader-layon-saumurois.fr/actions_de_cooperation,10,142.html

http://www.leader-layon-saumurois.fr/images/uploaded/LEADER/TR%204%20-%20italiens.pdf

http://www.itervitis.com

http://www.translayon.fr

Semenze di sviluppo nel Roccella Jazz Festival

Come musica che affonda le proprie radici in una tradizione sofferente, e nello stesso tempo suggerisce una via d’uscita verso la leggerezza, per la sua natura elegante ma non altera, il Jazz possiede tutti i requisiti per essere considerato un buon investimento di economia della conoscenza.

Da oltre trent’anni il Festival Jazz di Roccella rappresenta uno dei precipitati più significativi delle capacità progettuali, organizzative e di innovazione che il nostro territorio può esprimere. Un “evento unico”, come lo definisce a buon diritto il Piano di Sviluppo Locale Terrae Nostrae, che attribuisce a merito dell’Associazione Culturale Jonica, e della sua “costante opera”, l’aver fatto di Roccella un punto di intersezione e di “incontro mondiale”.

Se si ritiene che – in virtù di una dinamica solo apparentemente antinomica – siano proprio gli “anelli deboli” del sistema sociale, i giovani e le donne soprattutto, i soggetti più aperti e disponibili all’innovazione, nonché quelli che attendono con maggior urgenza di poter valorizzare il proprio capitale umano e poter dare forma alle proprie capacità e aspirazioni, basta forse osservare il pubblico locale del Festival di Roccella per comprendere come, attraverso un evento così cospicuo, passino diverse buone occasioni e strumenti per il superamento di tante marginalità. Ma anche – di conseguenza – diverse potenzialità liberatorie, possibilità di inclusione sociale e di feconda conservazione dell’ambiente e del territorio. Che sono, del resto, obiettivi fondamentali di tutti gli strumenti di pianificazione e i progetti di sviluppo. Compreso il Piano Strategico della Locride, che in effetti pone decisa attenzione a tali questioni. Forse anche da qui passa la via per “soddisfare i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere quelli delle generazioni future”.

Il Festival può vantare, proprio in riferimento agli strumenti di pianificazione citati, ulteriori prerogative: ha offerto a questo territorio la possibilità di una comunicazione su “scala globale”, e lo ha posto in relazione con mercati lontani, facendolo partecipare a una rete internazionale di cooperazione culturale; su scala regionale è riuscito a mandare in fermentazione l’intera area attorno a Roccella, dilatandone le capacità attrattive e ottenendo di allungare significativamente la stagione turistica; ha contagiato le comunità vicine costringendole in qualche modo a superare, nel riconoscimento dei singoli ambiti, vecchi campanilismi. Ha costruito, di fatto, un laboratorio di crescita di rete e di sistema, offrendo ragioni e speranze a chi ancora crede nell’esistenza di possibilità nascoste e inesplorate, e coltiva visioni di sviluppo e di futuro. Rimane una testimonianza straordinaria della necessità irrinunciabile, per poter costruire efficaci processi di maturazione, di letture sempre nuove e coraggiose del territorio, dei suoi fenomeni e dei suoi bisogni.

Gal e Università: prove tecniche di sviluppo

Il Presidente del Gal Serre Calabresi-Alta Locride, Renato Puntieri, è volato a Roma per la firma di un’importante convenzione con il Dipartimento DATA (Design Tecnologia dell’Architettura Territorio e Ambiente) dell’Università di Roma La Sapienza.

Com’è noto, il PSL Terrae Nostrae, in coerenza con i contenuti del Piano di Sviluppo Rurale della Calabria 2007-2013, prevede una serie di interventi (DIRCA, “Distretto Rurale per la Cultura e l’Accoglienza”. Marchio d’area per la promozione del turismo rurale; Itinerario del gusto. Promozione dei prodotti delle microfiliereAtlante del paesaggio rurale. Ricerca e catalogazione degli insediamenti e dell’architettura del lavoro; OSCAR, “Osservatorio di cultura ambientale e sviluppo rurale”. Sportello informativo per la popolazione locale e le imprese; ‘Impronte sul territorio’. Ideazione e progettazione del sistema integrato di promozione del territorio; ‘Dalla nostra terra alla nostra tavola’. I mercati contadini) che il GAL deve realizzare operando direttamente (progetti “a regia diretta”) con la propria struttura tecnica e avvalendosi di collaborazioni scientifiche qualificate, che possano sostenere, attraverso un percorso di studio e pianificazione, un impegno che tende a innescare processi di crescita capaci di oltrepassare l’orizzonte stesso del singolo progetto.

La convenzione appena firmata assegna al Dipartimento romano un ruolo di coordinamento scientifico nell’ambito dei programmi menzionati, e lo impegna ad operare secondo le linee progettuali già approvate dal GAL. DATA sosterrà il GAL nella definizione e nella realizzazione delle attività operative dei singoli interventi, nella prospettiva di un piano integrato di sviluppo del territorio di riferimento e delle sue aree rurali. In particolare DATA, attraverso il suo responsabile scientifico designato, il Prof. Manlio Vendittelli, farà parte dell’organismo di Coordinamento generale dei progetti, insieme ai rappresentanti delle strutture tecniche e di amministrazione del Gruppo di Azione Locale.

Si tratta del primo passo di un percorso che il GAL ha avviato per potenziare il proprio ruolo di agenzia per lo sviluppo. Uno sforzo di ricerca applicata, a sostegno delle esigenze di crescita delle aziende, degli enti locali, dell’intera comunità. Il Gal ha del resto in cantiere ulteriori accordi di partenariato per mandare a effetto concrete azioni di ricerca e sviluppo socio-economico del territorio.